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Sirio Bellucci

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Le Opere

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La Storia

Biografia

Sirio Bellucci (Fabriano, 1924 – Macerata, 29 settembre 2013) è stato un pittore italiano, una figura emblematica dell'arte e della cultura del Novecento, capace di lasciare un segno profondo grazie al suo talento e alla sua straordinaria sensibilità artistica.

All'età di 14 anni si trasferì a Fabriano, dove lavorò come cameriere presso la famiglia di un medico chirurgo. Successivamente si spostò a Roma, dove svolse il ruolo di garzone in una drogheria. Tuttavia, il legame con le sue origini lo riportò momentaneamente a casa, prima di trasferirsi nuovamente, questa volta a Cerveteri.

Nel 1943 fu chiamato alle armi e inviato in Sicilia durante il secondo conflitto mondiale. Tornò a casa prima del previsto, riuscendo a evitare l'accusa di diserzione. Dopo la guerra, intraprese una carriera nella Polizia di Stato, lavorando prima a Savona e poi a Genova. Fu proprio nella città ligure che Bellucci scoprì la sua passione per l'arte, frequentando negozi di corniciai che esponevano opere di pittori dilettanti.

Questa scoperta segnò l'inizio di un percorso artistico unico. Bellucci si dedicò inizialmente all'arte concettuale, per poi abbracciare la pittura simbolista ed espressionista. Nel corso della sua carriera espose le sue opere in prestigiose città italiane, tra cui Macerata, Roma, Bari, Ancona, Gubbio, Tolentino, Fabriano e Matelica. Un momento di grande riconoscimento arrivò nel 1975, quando la rivista Flash Art gli dedicò una copertina a colori. Tre dei suoi dipinti sono stati acquisiti dalla Pinacoteca Comunale di Macerata, confermando il valore e l'importanza del suo lavoro.

Nel 1954 si sposò e divenne padre di due figlie. Qualche anno dopo ottenne il trasferimento da Genova a Macerata, dove proseguì il suo percorso artistico. All'età di 49 anni lasciò la Polizia per dedicarsi completamente alla pittura.

Sirio Bellucci si è spento il 29 settembre 2013, all'età di 89 anni, nella sua amata Macerata. Il suo lascito artistico e umano rappresenta un'importante testimonianza di passione, creatività e dedizione.

Un Viaggio tra Concettualismo e Poetica della Figurazione

A partire dagli anni ’80, Sirio Bellucci ha scelto di condividere i suoi lavori con una cerchia ristretta di amici e estimatori, mostrando un profondo distacco dal mercato dell’arte. Le sue esposizioni, limitate ai centri di Marche e Umbria, riflettevano la volontà di mantenere un controllo personale sull’organizzazione degli eventi. Nel 2011, tuttavia, la sua arte ha raggiunto una platea più ampia, grazie all’invito del critico e curatore Vittorio Sgarbi a partecipare alla 54ª Biennale di Venezia – Padiglione Italia, Regione Marche.

Nel 2023, nel centenario della nascita di Bellucci e a dieci anni dalla sua scomparsa, la sua opera è stata al centro di una mostra commemorativa organizzata dall’Amia, nell’ambito del progetto Aspetti dei linguaggi espressivi dell’arte contemporanea. Questo evento, che ha seguito una monografica dedicata a Gino De Dominicis e una rassegna sulla Collezione d’Arte Contemporanea di Armando Ginesi, ha reso omaggio al contributo di Bellucci come figura di spicco dell’arte contemporanea del secondo Novecento. La mostra ha incluso una selezione accurata di opere, grazie ai prestiti del Trust Sirio Bellucci di Fabriano e di collezionisti privati.

L’esposizione ha offerto una panoramica esaustiva delle diverse fasi artistiche di Bellucci. Nella prima parte, le opere concettuali hanno testimoniato l’impatto che Bellucci ebbe sulla scena nazionale, segnato da eventi di rilievo come la pubblicazione sulla copertina di Flash Art e una recensione di Achille Bonito Oliva sul Corriere della Sera. Quest’ultimo aveva già invitato l’artista nel 1973 alla grande mostra internazionale Contemporanea presso Villa Borghese, un evento che consolidò la sua posizione nell’arte italiana.

Le opere degli anni ’80 e ’90, create nella casa-studio di Belvedere, rappresentano un momento di riflessione e ritorno alle radici. Questo periodo, definito da Bellucci come un "buen retiro" esistenziale e creativo, segna l'elaborazione di una nuova poetica della figurazione. Qui, il pittore esplora un immaginario che attinge al deposito autobiografico e alla memoria collettiva delle tradizioni contadine, aprendo una finestra sul rapporto profondo tra uomo e natura.

Il Linguaggio dei Contrasti: Tra Nero e Luce

Un elemento distintivo della produzione di questo periodo è la prevalenza del nero come sfondo, attraverso il quale Bellucci incide segni luminosi e colorati. Questa tecnica, densa di significati simbolici, si contrappone al metodo inverso impiegato nella serie degli Ovali, in cui l’artista utilizza il chiaroscuro per creare composizioni oniriche e indefinite. Qui Bellucci si riallaccia alla tradizione leonardesca, reinterpretata in chiave surrealista, invitando lo spettatore a entrare in un mondo di apparente ambiguità, dove l’alternarsi di realtà e immaginazione è al centro dell’esperienza artistica.

Attraverso questa continua evoluzione stilistica, l’opera di Sirio Bellucci si pone come ponte tra il rigore del concettualismo e la profondità narrativa della pittura figurativa. La sua arte non si limita a rappresentare immagini, ma diventa uno strumento di visione e comprensione del mondo, riaffermando la connessione con le sue ricerche concettuali iniziali.

La mostra, organizzata con il supporto della Regione Marche, dell’Associazione In Arte e del Trust Sirio Bellucci, celebra un artista che ha saputo rendere universale il legame con le proprie radici, lasciando un’impronta indelebile nell’arte contemporanea italiana.

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